Perché i numeri contano nel trading
Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo video. Oggi parliamo di numeri e di quanto sia importante saperli gestire.
Mi sembra ieri quando Trump, il 2 aprile, ha mostrato la tabellina con i dazi che avrebbe voluto imporre a più di mezzo mondo e da quel giorno si sono susseguiti sui mercati dei movimenti ai quali non siamo proprio così abituati a vedere tutti i giorni.
È possibile prevedere i movimenti di mercato?
Nel corso di questo breve video, riporterò tante volte questo concetto. Si poteva prevedere quello che è successo sui mercati i primi giorni di aprile?
No. Non lo potevamo prevedere noi, poveri retail, non lo potevano prevedere le grandi banche d’affari o i grandi fondi, e forse le uniche pochissime persone che già sapevano cosa sarebbe successo erano penso i vicinissimi a Trump, ma non è di loro che vogliamo parlare in questo video.
Il focus rimane la gestione dei numeri. Partiamo da un semplice concetto che riguarda l’anomalia che c’è stata.
Sono i numeri a dirci prima di tutto che il mercato si muoveva forte. Ma cosa vuol dire forte? Usando i numeri, potremmo dire che l’escursione monetaria media degli indici azionari di tutto il mondo in quei giorni superava di gran lunga l’escursione monetaria media dell’ultimo anno. Questo confronto lo si può fare, naturalmente, perché abbiamo i dati storici.
Ogni crisi è diversa: cosa ci insegnano i dati
C’è chi ha paragonato poi questo crollo al crollo del Covid, chi lo ha paragonato addirittura al crollo del 2008, ma sappiamo tutti che ogni evento porta con sé qualcosa cosa di nuovo.
Era la prima volta che nel 2008 c’era stata una crisi sui mutui subprime, era la prima volta che nel 2020 ci trovavamo di fronte ad una pandemia globale, ed è la prima volta, nell’epoca moderna, che ci troviamo di fronte ad una imposizione così massiccia di dazi.
Sento poi spesso frasi del tipo: eh ma in questi giorni è difficile investire, è tutto così incerto. Questa frase vale adesso così come era valida 5, 10, 15, 20, 50 anni fa. È sempre valida. L’incertezza ci sarà sempre e i nuovi eventi, eventi unici fino a questo momento nel loro genere, arriveranno sempre.
Come orientarsi senza farsi guidare dalle emozioni
L’unica cosa che possiamo fare è analizzare quello che già c’è stato per trovare una sorte di bussola che ci dica come comportarci in queste fasi di mercato.
Ci tengo a precisare che stiamo parlando di una bussola e non di una sfera di cristallo. Possiamo costruire quindi uno strumento che ci indichi una possibile direzione da seguire, ma non qualcosa che ci dica cosa succederà nel futuro.
L’indicatore che usiamo in Unger Academy
L’esempio di oggi che vi riporto è quello del segnale proprietario che abbiamo in Unger Academy per cercare di capire come orientarci in queste fasi di mercato.
So già che alcuni di voi diranno: ecco la marchetta, ora ci dice che col suo indicatore lui era fuori dal mercato. È vero, io e gli studenti della Unger Academy eravamo fuori dal mercato in quel momento lì, ma questo non è successo perché sappiamo prevedere il futuro, semplicemente perché i numeri dicevano che era meglio rimanere fuori e, altro disclaimer, questo indicatore ha detto di uscire anche dopo, ad esempio, il meno 3% del 18 dicembre 2024. Poi cosa è successo? Il mercato è tornato su, facendoci capitalizzare le perdite e in più facendoci perdere il run up successivo.
Quindi non vi sto parlando di qualcosa che funziona sempre e non sbaglia mai, ma piuttosto è qualcosa che è stato testato su una grandissima mole di dati e che ci dà una bussola alla quale ci possiamo affidare durante le nostre operatività.
La chiave nel guardare i numeri e sapersi orientare analizzandoli è quella di riuscire a staccarci emotivamente da ciò che succede, perché nella maggior parte dei casi l’emotività porta a farci commettere grandi errori.
Il fatto di rimanere fuori dal mercato dopo il 18 dicembre 2024 e dopo l’inizio di marzo 2025 era già stato deciso con logiche studiate anni fa e non basandoci su una decisione presa di fretta, magari nel panico o nei momenti di crisi.
Ovviamente fatico a pensare che una decisione presa con tutta calma e tranquillità, quindi mesi di lavoro in un periodo magari di bassa volatilità, sia meno ponderata di una decisione presa di fretta in pochi giorni, oppure addirittura poche ore.
Conclusioni: serve una bussola, non una previsione
Ed è proprio questo quello che voglio invitarvi a fare. Sembra banale dirlo e non sono certo il primo a farlo, ma in questo settore non c’è niente di più importante che avere un piano, e una bussola, che ci suggerisca cosa fare in modo freddo e analitico osservando i numeri. E i mercati sono sempre imprevedibili, ricordatevelo.
Non lasciatevi quindi guidare dall’emozione, ma dalla logica. E come sempre, restate sintonizzati su questo canale per i prossimi approfondimenti. Ciao e alla prossima!