Che mercati scegliere? | Corso Trading per Principianti (2 di 6)

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Definiremo una strategia che ti permetterà di avere tutto quello che ti serve per guadagnare costruendo e operando il tuo portafoglio di strategie automatizzate… Rispondi a qualche domanda nel nostro questionario e poi scegli giorno e ora più adatti a te.

Se hai iniziato a interessarti al trading, probabilmente ti starai chiedendo: su quali mercati ha senso operare?

Azioni, valute, derivati, CFD… le possibilità sono tante, ma non tutte adatte a chi è agli inizi.

In questo secondo episodio del mini-corso gratuito in 6 parti, Andrea Unger (unico trader al mondo ad aver vinto quattro volte il Campionato del Mondo di Trading) ti aiuta a fare chiarezza proprio su questo punto.

Prima però, una premessa importante: prima ancora di scegliere un mercato, è fondamentale capire i rischi.

Perché fare trading significa anche imparare a gestire le perdite, e non solo a cercare il guadagno.

Ecco cosa scoprirai in questo episodio:
• Quali sono i principali mercati su cui si può fare trading
• Cosa distingue un mercato regolamentato da uno non regolamentato
• Quali strumenti è meglio evitare se sei agli inizi
• Perché conoscere il contesto in cui operi è il primo passo per proteggere il tuo capitale

L’obiettivo, anche questa volta, non è semplificare la realtà o promettere risultati rapidi.

Vogliamo invece aiutarti a costruire basi solide e consapevoli, per muovere i primi passi nel modo giusto.
Buona visione!

Trascrizione

Bene, prima però di avventurarci a scoprire quali sono i mercati che abbiamo a disposizione per fare trading, voglio sottolineare un aspetto che spesso viene trascurato ma che è fondamentale, ovvero i rischi, i rischi connessi al trading o comunque ai mercati finanziari.

Purtroppo, e dico purtroppo, e lo capisco, la maggior parte delle persone si avvicina al mondo degli investimenti con l’idea del guadagno. È giusto, ci mancherebbe altro.

Però si pensa solo al guadagno. Nessuno pensa a preservare il proprio capitale, nessuno pensa al fatto che si possa perdere. E vi assicuro che si perde, si perde perché le perdite fanno parte dell’attività di trading, fanno parte dell’attività come i costi di una impresa. Ecco, l’importante è che poi i guadagni superino le perdite, questo è abbastanza banale, ma è così.

Però ci sono e noi dobbiamo preoccuparci di tenere sotto controllo le perdite il più possibile. I rischi ci sono, sono legati a una serie di fattori.

Il primo, ovviamente, è la mancanza di competenza in quello che si sta facendo, il fatto di andare un po’ alla garibaldina per dire, il fatto di avventurarsi senza avere le spalle larghe e capire quello che si sta facendo. Ma questo vale per qualsiasi attività.

Però proprio quella facilità di ingresso nel mercato che vi dicevo prima, è alla portata di tutti, basta qualche click, apri qua, apri là, e… Quello porta a trascurare il rischio che c’è dietro.

Perché, se fosse tutto complicato, se si dovesse fare un esame per andare, se si dovesse scrivere non so che cosa. Ecco, allora uno magari direbbe “questa è una cosa pericolosa”.

Invece il fatto che io possa online aprire un conto in pochi clic e poi andare subito a buttarmi sui mercati fa pensare più a un videogioco, direi quasi, piuttosto che a quello che è la realtà dei mercati, dove io posso perdere soldi.

E li posso perdere, come dicevo, per mancanza di competenza, quindi perché sbaglio proprio banalmente le operazioni che faccio, operazioni fatte un po’ così a capocchia, diciamo così, oppure perché cado nelle mani sbagliate.

Molte volte, anche questo è un rischio, ne abbiamo parlato in tante altre occasioni, ci sono delle truffe. In questo mondo ci sono truffe dove le persone ti fanno credere di aiutarti a gestire i tuoi risparmi, ti fanno credere che puoi guadagnare cifre spropositate e poi spariscono, o sono gli unici che ci guadagnano sono loro, spariscono con i tuoi soldi.

E poi un rischio anche che, pur essendo competente, pur essendo bravo, pur avendo adottato una strategia di investimento nella scelta delle operazioni da fare oculata e azzeccata, valida, lo si fa con troppo capitale. Ovvero ogni singola operazione è esagerata, c’è una sovraesposizione, si dice così, sul mercato e questo aumenta i rischi perché, se io, giustamente, vado con 10, posso rischiare due, tre, se vado con 100, 20, 30.

Quindi cambia molto la prospettiva e su questo dobbiamo stare attenti, perché, come dicevo prima, ho usato la parola sbagliata e ho detto “ci ho azzeccato”. Non è che ci si debba azzeccare. Bisogna fare quello che si decide di fare e poi controllare, se le cose non andassero nella maniera che si è ipotizzato, di correre ai ripari in tempo e quindi limitare le perdite.

Ora questo può sembrare banale, ma purtroppo non lo è, perché la maggior parte dei principianti o dei novizi in questo mondo si preoccupa di quanto possa guadagnare, di come guadagnare, ma non di cosa fare quando le cose non vanno bene.

E invece all’inizio del proprio piano deve sempre esserci l’opzione di uscita se le cose vanno male. Cioè, quanto posso rischiare? Quanto posso permettermi di perdere in questa operazione? Perfetto. Se io perdo questo e domani sarò ancora in piedi e potrò fare altre operazioni, allora io limiterò la mia perdita a quel valore lì. E questo fa parte della costruzione del piano di trading.

Ma vediamo dunque i mercati che abbiamo a disposizione. Tanto per cominciare ci sono due grosse famiglie di mercati, sono i mercati regolamentati e i mercati non regolamentati.

Si chiamano OTC, over-the-counter, dietro l’angolo, in qualche maniera. Sono mercati che non sono regolamentati nell’accezione generale del termine, ma che sono ben conosciuti a chi si avvicina al trading, perché sono tutti quei mercati, per esempio, quelli dei CFD.

I Contract for Difference offerti da tantissimi operatori e broker che permettono un accesso molto flessibile, ma che poi di fatto mancano di quella regolamentazione che, se il broker è una presenza seria sul mercato non costituisce necessariamente un problema, ma molte volte ci sono broker piccoli, improvvisati o anche ahimè disonesti che invece approfittano del fatto che non essendoci una regolamentazione precisa, non è tutelato l’utente.

Attenzione, non è che il mercato regolamentato ci metta al sicuro da tutti i mali, perché anche i conti in banca non sono sicuri in certe condizioni. Se fallisce la banca fino a 20.000€ sono protetto dal conto interbancario subito, fino a 100.000 sono protetto in tempi biblici, però se ho di più sul conto corrente e la banca fallisce, quel di più lo posso perdere.

Non c’è nulla di sicuro, però diciamo che ovviamente lavorare in un mercato regolamentato preciso e serio, fra virgolette, dà garanzie aggiuntive rispetto a lavorare su un mercato non regolamentato. Considerato che già il trading è difficile, è meglio, secondo me, farlo laddove ci siano delle garanzie in più.

Però partiamo adesso dallo strumento più classico: le azioni. Le azioni tutti le conoscete. Ho comprato Coca Cola, non faccio pubblicità, dico nomi classici. Ho comprato ENI, ho comprato Canistracci Oil, qualcuno se lo ricorderà dal film di Pozzetto.

E quindi le azioni sono dei pezzetti di società. Ogni società si spezzetta in tante delle piccole parti e vende una parte di se stessa a chi vuole investire.

Quindi nel momento in cui voi comprate un titolo, 100, 1000 azioni di una società A, voi diventate parte, soci di quella società A e approfittate dell’apprezzamento di quel titolo se le cose vanno bene, e se va male perdete soldi, come anche tutti gli altri azionisti, compresi i grandi capi della società. Quindi le azioni sono quello che più banalmente conosciamo come titolo.

Nel trading, attenzione, noi cerchiamo di sfruttare i movimenti che si creano in base a tante situazioni, non cerchiamo la società buona. Quando i vostri amici scopriranno che fate il trading: oh, dimmi dove investire. Ecco, non è quello che facciamo noi, io non so quale società crescerà domani, non lo posso sapere.

Quindi è un modo diverso di affrontare, io posso analizzare i movimenti di un titolo e da quello cercare di trarne una strategia operativa su quel titolo. Quindi il fatto che io vada a comprare una parte di una società non è perché io creda in quella società.

Poi, certo, ripeto quello che ho detto prima, non è che vada a prendere la società più disgraziata nel mondo perché rischio di restare col cerino acceso in mano, ovviamente.

Ecco, poi, c’è il mercato delle valute, il Forex, lo conosciamo tutti, è uno di quei mercati non regolamentati nel senso generale del termine, ma che permette di lavorare sui cambi, euro/dollaro, British Pound contro dollaro, Yen giapponese, tutte queste cose ben note da un certo punto di vista.

E a differenza, o in parte rispetto alle azioni, ha la possibilità di lavorare con una leva molto elevata. Cosa vuol dire? Vuol dire che io con 1.000€, per dire, posso spostare una massa che in realtà ne vale 30.000.

E questo è importante perché offre ovviamente opportunità di lucrare maggiormente fra virgolette, ma è anche pericoloso perché ovviamente mi espongo molto di più e quindi l’uso scriteriato di questa opportunità comporta quei rischi di cui, dicevo prima, dobbiamo cercare di stare ben attenti a non cascarci.

Forex fa la coppia con i CFD, che vi dicevo prima, i Contracts For Difference, che sono degli strumenti che seguono l’andamento di un titolo. Lui si muove così e loro si muovono all’unisono. Anche loro non sono regolamentati, permettono però di dare accesso a chi non è capitalizzato in maniera molto importante perché permettono di scalare veramente al ribasso, anche con 50€, la possibilità di investire e questo permette di partecipare a chiunque in qualche maniera.

Per cui ci sono sicuramente dei vantaggi. Gli svantaggi sono che uno, è un mercato non regolamentato, due, le condizioni, i costi operativi diciamo, in realtà, sono abbastanza importanti rispetto ai mercati regolamentati, perché poi sono nascosti non per malizia ma semplicemente perché sono la regola del gioco, e quindi comunque tendono a costare di più, ecco, diciamo così.

E poi ci sono i derivati. Il mio campo di battaglia principale. Fanno paura, alle volte, ci sono diversi personaggi del mondo dello spettacolo che hanno ironizzato o lanciato anatemi contro i derivati, e i derivati hanno la colpa anche loro di offrire la possibilità di andare a leva, nel senso che io con un investimento minimo sposto potenzialmente masse di denaro enormi.

Vero, verissimo, però il problema non nasce da quanto sposto, il problema nasce sempre dal fatto, spesso, di non sapere cosa sto spostando, di non sapere quanto sto spostando, di non sapere cosa comporti un movimento di quello strumento da 10 a 11, per esempio.

Nel momento in cui io conosco tutte queste caratteristiche, non è più pericoloso lo strumento. È pericoloso come lo uso, ma quando io so che da 10 a 11 un contratto di quel derivato sposta 1000€ sul conto, io so che, se 1000€ per me sono troppi da perdere non farò mai niente su quello strumento, è molto banale voglio dire.

Non dareste a un neopatentato o, peggio, a un ragazzo di 15 anni la Ferrari testarossa da guidare, ma neanche nel cortile di casa, è buon senso. Il pilota di Formula 1 la sa guidare con relativa tranquillità perché conosce lo strumento e quindi sa quello che può fare e quello che è meglio non fare. Stesso discorso si derivati.

I derivati sono due famiglie principali. Ce ne sono tante, però quelle principali sono i future, contratti future che sono contratti che in qualche maniera dovrebbero “prevedere” il prezzo del bene in futuro, a tre, sei, un mese, quello che è, e le opzioni, opzioni che sono dei diritti di acquisto e vendita a un certo prezzo.

Non confondiamoci con quello che sono a livello tecnico, perché le descrizioni possono confondere. Anch’io alle volte quando leggo la descrizione dettagliata dico: Boh, cos’è questa roba qua?

In realtà noi vediamoli come strumenti che si comprano e si vendono, e si muovono in una certa maniera. E questi movimenti sono quelli che ci danno la possibilità di guadagnare o il rischio di perdere dei soldi.

Quindi non c’è niente di pericoloso, il pericolo è solo nell’incompetenza e nella sufficienza con cui si possono usare certi strumenti. Quando li avrete studiati, quelli di vostro interesse, capirete cosa comporta ciascun movimento e quindi saprete quello che è meglio fare o non fare.

Bene, questo è tutto!

Restate sintonizzati per il prossimo video di questo mini corso, dove approfondiremo i termini chiave del trading da conoscere assolutamente per operare sui mercati con consapevolezza.

Nel frattempo, non perdetevi la nostra Guida Completa al Trading per Principianti.
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Buon trading a tutti… e alla prossima!

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