Introduzione al pattern Oops
Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo video. Oggi parleremo di un pattern, o per meglio dire di un setup, molto famoso, ovvero l’Oops di Larry Williams.
Larry Williams, per chi non lo conoscesse, è uno dei più grandi trader americani viventi e a lui si devono molte delle intuizioni più brillanti relative al comportamento dei mercati e l’Oops è una di queste.
Meccanismo e significato del pattern
Questa esclamazione, che dà il nome a questo pattern, rende piuttosto bene l’idea di cosa esso possa significare.
In pratica, ci troviamo di fronte a un pattern di inversione e Oops! Potrebbe essere la tipica esclamazione di stupore di chi, di fronte a un’apertura in gap del mercato che sembrava potesse confermare il trend in corso, in realtà assiste ad un’improvvisa inversione dei prezzi opposta all’andamento atteso in origine.
Cause e interpretazione dei gap
Perché i mercati aprono in gap? Di solito per notizie di tipo finanziario o di tipo macroeconomico, ma anche per fatti non legati al mondo dei mercati. Basti pensare allo scoppio di una guerra o un evento sociopolitico.
Contesto storico e ruolo degli orari di chiusura
Questi fattori riescono quindi a far compiere questa di salto ai prezzi che però, il più delle volte, non sempre ovviamente, assomiglia più a un falso segnale che a un’indicazione di prosecuzione del trend e va appunto utilizzato in chiave reversal.
Questo era quello che Larry Williams aveva intuito osservando i mercati con il suo Oops, di cui poi andremo a vedere le regole d’ingresso.
Evoluzione orari e focus sul future DAX
Come avrete capito, un altro presupposto importantissimo affinché questo pattern abbia significato, e una sua valenza, è che tra la chiusura della sessione precedente e l’apertura di quella successiva ci sia un congruo numero di ore affinché si possano sviluppare dei gap di un certo livello da poter sfruttare.
Considerate che negli anni in cui è stato inventato, i mercati non erano aperti 23 ore su 24 come nei mercati dei future odierni. A quel tempo le contrattazioni duravano poche ore per poi riaprire il giorno dopo. E questo creava i migliori presupposti per la creazione e la nascita dei gap.
Obiettivo del test con dati reali
Tutti i mercati dei future azionari americani hanno, invece, la sessione estesa da molto tempo. C’è però un mercato che, per così dire, si è adeguato per ultimo a questa nuova tendenza.
Regole di ingresso long e short
Infatti, solo pochi anni fa, l’exchange che lo gestisce ha deciso di allungare gli orari delle contrattazioni, portandoli anche in questo caso a quasi 23 ore. Mi sto riferendo al future del DAX, il principale mercato azionario europeo che fino a fine 2018 aveva la classica storica sessione giornaliera che andava dalle 8:00 del mattino alle 22: 00 della sera. Non c’erano scambi durante le ore notturne e si riapriva il giorno dopo.
Prendiamo quindi questo mercato come riferimento per andare a verificare, dati alla mano, lo stato di salute di questo pattern e se effettivamente possa essere ancora utilizzabile nei mercati odierni oppure se si tratta di un qualcosa che, alle condizioni attuali, non ha più la valenza e la significatività di un tempo.
Prima di fare questo però andiamo a definire con precisione quali sono le regole previste da questo setup.
Qui mostriamo le condizioni per gli ingressi long e le condizioni per gli ingressi short. In ognuno dei due casi troviamo raffigurate due barre. Consideriamo le barre giornalieri, quindi la rappresentazione della sessione odierna e di quella precedente, con i rispettivi massimo, minimo, apertura e chiusura.
Il setup long, che potete vedere sulla sinistra, prevede che ci sia un’apertura della sessione corrente in gap down. Quindi l’apertura deve essere più bassa del minimo della sessione di ieri, rappresentato con questa X rossa.
Funzionamento e parametri dello script
Una volta che i prezzi dopo un’apertura negativa tornano a salire e raggiungono il minimo di ieri, si attivano le condizioni per poter effettuare l’ingresso long perché il pattern d’inversione è verificato.
Al contrario, il setup short, che trovate sulla destra, prevede che ci sia un’apertura della sessione corrente in gap up. Quindi una apertura più alta del massimo della sessione di ieri, la X verde.
In questo caso, una volta che i prezzi dopo questa apertura positiva riprendono a scendere di nuovo e raggiungono il massimo di ieri, si attivano le condizioni per l’ingresso short, perché anche questa volta il pattern di inversione è completo.
Ora che conosciamo bene come funziona l’Oops di Larry Williams, andiamo a verificare con il test di cui vi parlavo prima l’effettivo stato di salute di questo pattern, attraverso un semplice script che applicheremo al future del DAX.
Diamo un’occhiata a come è costruito il codice. Qui in alto abbiamo definito con due variabili, gap up e gap down, le condizioni affinché appunto ci siano questi gap.
Analisi profitti e drawdown
Nel motore della strategia, invece, abbiamo identificato due differenti casi. Nel primo, applicheremo il setup base che prevede di entrare long sul minimo della sessione precedente e short sul massimo sempre della sessione precedente, al semplice verificarsi di un gap, indipendentemente dall’ampiezza di esso.
Nel secondo caso, invece, applicheremo un setup più stringente. Infatti, ci sarà via libera agli ingressi solo se questi gap saranno sufficientemente ampi. In questo caso abbiamo stabilito un valore forfettario di 15 punti.
Il sistema prevederà poi due livelli di uscita, un classico stop loss monetario di 2000€, e ovviamente questo sarà efficace nel momento in cui il trade non andrà nella direzione auspicata. E parallelamente un’uscita, anch’essa ben conosciuta e anche in questo caso potremmo definire “alla Larry Williams”, perché da lui spesso citata e sostanzialmente coniata. In pratica alla prima apertura in cui la posizione è in guadagno, si chiude senza stare altro tempo a mercato.
Risultati setup base 2010-oggi
Quindi questo, in sintesi, è il funzionamento del nostro sistema. Proviamo dunque ad applicarlo a un grafico del DAX con barre daily, portando i risultati dal 2010 ad oggi.
Vi ricordo che applicheremo per tutto il periodo considerato, anche negli ultimi anni, la classica sessione giornaliera che va dalle 08:00 alle 22:00.
Analizziamo ora i risultati delle nostre due strategie. Partiamo dal caso uno. Questa che vedete è l’equity line del setup base. È sicuramente un’equity crescente, pur con le sue oscillazioni avute durante l’arco storico, perlomeno fino a questa data qui, ottobre 2022. Da quel momento la curva inizia a piegare inesorabilmente verso il basso ed è tuttora sul massimo drawdown.
È interessante poi andare a verificare la distribuzione del net profit durante l’arco storico. Vediamo che gli ultimi tre anni, 2023, 2024 e l’anno in corso, sono in forte perdita. Fino a queste date, notiamo che il sistema, a parte il 2012, un brutto anno, aveva sempre prodotto utili, anche con average trade molto capienti.
Risultati con filtro gap minimo
Per curiosità andiamo a verificare anche il net profit complessivo, che si attesta a circa 163.000€, con un massimo drawdown di circa 45.000€.
L’average trade totale si attesta a 230€, con il lato long, lo vediamo da questo dato sempre sull’average trade, sicuramente presumibilmente più performante.
Andiamo a vedere l’equity e infatti vediamo che, fino a quel fatidico ottobre 2022, il lato long ha performato molto bene, sicuramente meglio del lato short che, come sappiamo, è il lato notoriamente più debole per gli indici azionari.
Passiamo ora al caso due e cambiamo l’input che avevamo visto prima e andiamo a verificare i risultati ottenuti.
Questa è l’equity line complessiva, sicuramente più regolare rispetto a quella che abbiamo visto prima. D’altronde, le condizioni di ingresso sono più stringenti perché c’è il filtro aggiuntivo sul livello minimo di 15 punti sul gap.
Conclusioni sull’efficacia attuale
Il copione, tuttavia, di fondo non cambia. A partire da una certa data, tardo 2022, l’equity comincia a perdere colpi e il sistema va in drawdown. Anche qui diamo uno sguardo alle metriche, dove troviamo un net profit complessivo leggermente più basso di 146.000€, con un max drawdown anch’esso migliore rispetto alla precedente, di 38.000€, e un average trade più capiente per effetto del filtro, e qui siamo complessivamente a 400€.
La distribuzione degli utili durante l’arco storico conferma, anche qui, che gli ultimi tre anni sono stati anni di forti perdite, a conferma che il pattern è andato via via scemando.
Bene, siamo giunti alla conclusione di questo interessante test e possiamo trarne le conclusioni.
Abbiamo visto che effettivamente questo pattern storicamente ha funzionato bene sul mercato del future del DAX. Da un certo momento in poi, però, ha perso lo smalto e l’efficacia degli anni precedenti, pur applicando sempre la stessa sessione storica 8-22.
E sappiamo che questo è avvenuto a distanza di un po’ di tempo dall’avvento della sessione estesa e dopo il periodo pandemico. Ci verrebbe quindi da dire che con molta probabilità ci è voluto qualche anno prima che la liquidità e i volumi affluissero perlomeno parzialmente anche nelle ore notturne, ma poi nel momento in cui gli operatori hanno, per così dire, digerito questa nuova sessione, il pattern Oops è andato declinando in maniera piuttosto evidente e anche veloce.
Implicazioni per trading sistematico
Ciò non toglie che potrebbero esserci anche possibilità di migliorare il setup d’ingresso con altri filtri che sicuramente gioverebbero anche alle metriche.
Tuttavia, quello che ci preme evidenziare è che questa tipologia di pattern, che fa dell’attesa di ore tra una sessione e l’altra il motore della sua efficacia, nei mercati odierni aperti quasi 24 ore su 24 con molta probabilità tenderà a scemare piano piano, lasciando lo spazio ad altri pattern più in sintonia con le contrattazioni estese di oggi.
Invito all’approfondimento e chiusura
Questo test ci dimostra, ancora una volta, che nel trading nulla è per sempre, i mercati, come abbiamo ribadito, tante volte cambiano natura e si modificano nel tempo, e come tale, anche quelle che sono le strategie più efficaci su cui operare.
La diversificazione, ovviamente, è l’unico strumento che ci permette con ragionevole certezza di poter essere profittevoli evitando di, per così dire, innamorarci di qualche logica rischiando di incorrere in perdite, anche di fronte alle evidenze dei fatti come in questo caso.
Bene, direi che per oggi è tutto. Se tra voi c’è qualcuno interessato al mondo del trading sistematico, vi consiglio di cliccare il link in descrizione. Da lì potrete vedere un video di Andrea Unger, oppure ottenere il nostro libro best seller “Il Metodo Unger” coprendo solo le spese di spedizione, oppure ancora prenotare una call gratuita con un membro del nostro team.
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Grazie dell’attenzione e al prossimo video.